Braccio da Montone all'assedio di Sanseverino

Raoul Paciaroni,
Braccio da Montone all'assedio di Sanseverino

Per il VI centenario dell'assedio, una pubblicazione edita dal Palio dei Castelli su Braccio da Montone e il suo attacco a Sanseverino

Seicento anni fa esatti Braccio Da Montone conquistava le chiavi e il governo della città di Perugia. In quegli anni, le relazioni politiche tra Umbria ed entroterra marchigiano erano molto complesse e composte, e lo stesso Braccio da Montone intervenne diverse volte, con il suo esercito di ventura, a fare la differenza in situazioni particolari nella regione a Est degli Appennini.

Tra Camerino e Sanseverino non è mai corso buon sangue, soprattutto per colpa del sempre conteso Castello di Gagliole, posto al confine tra i due territori. Berardo da Varano, Signore di Camerino, decise in quel 1416 che era giunto il momento di porre fine a quella lunga contesa e chiese aiuto a Braccio Fortebracci da Montone, che il 9 agosto si presentò con 10.000 armati, camerti compresi, sotto le possenti mura settempedane per dare assedio alla città.
Per togliere l'assedio, Braccio chiedeva ad Antonio Smeducci 7.000 ducati d'oro e il possesso di alcuni castelli, oltre ovviamente alla consegna definitiva di Gagliole a Camerino. Condizioni di resa durissime che il parlamento generale di Sanseverino discusse a lungo; comparve anche il Santo Patrono, nel frattempo, a far desistere Braccio, narra la leggenda. Fatto sta che il Fortebracci si "accontentò" di 4.000 ducati e tolse l'assedio componendo la vertenza tra Varano e Smeducci il 17 agosto di quel 1416, in una chiesetta fuori le mura della città. Sanseverino perse Gagliole e Camerino l'occasione di entrare nella città nemica, non espugnata nemmeno da Braccio da Montone, con i suoi stendardi.

Ma Sanseverino non consegnò mai il castello di Gagliole a Camerino. I Varano, un paio di anni dopo l'assedio, si rivolsero di nuovo a Braccio da Montone lamentando la mancata applicazione del trattato di pace da parte di Sanseverino. Braccio mosse allora nuovamente dall'Umbria con 2.000 soldati, ma stavolta Antonio Smeducci fu più veloce e furbo di due anni prima: con un forte esborso di denaro comprò nuove condizioni di pace a lui favorevoli e il Fortebracci se ne andò da Sanseverino prima che Camerino potesse raggiungerlo con il suo esercito. Braccio aveva bisogno di denaro per tenere a bada la sua compagnia di mercenari e finalizzare i suoi ambiziosi piani e Camerino, da solo, poco poteva fare contro Sanseverino.

Braccio da Montone all'assedio di Sanseverino è la 15a pubblicazione di Raoul Paciaroni per l'Associazione Palio dei Castelli, che dal 2002 - in occasione deli festeggiamenti per il Patrono San Severino - edita piccoli studi storici sul medioevo settempedano. Nell'area download delle pubblicazioni di Raoul Paciaroni è disponibile il file pdf del volumetto.